
“La doppia elica è diventata un simbolo potentissimo, della biologia e di tutta la scienza, perché in realtà nessuno si aspettava che la soluzione al rompicapo del patrimonio genetico fosse così semplice: scoprire che tutto è contenuto in un testo lineare, composto da un alfabeto di solo quattro ‘lettere’, è stato un fulmine a ciel sereno”, ricorda il genetista Edoardo Boncinelli.
Tante le sorprese che si sono susseguite negli anni, dopo la pubblicazione su Nature del 25 aprile 1953 e il riconoscimento del premio Nobel per la medicina nel 1962. “La tappa più importante è stata la scoperta degli enzimi di restrizione, che permettono di tagliare e cucire il Dna per fargli fare ciò che vogliamo”, spiega il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata.
“Così si è aperta la strada alle due grandi novità del momento che cambieranno il nostro futuro: la tecnica Crispr, per modificare in modo preciso il genoma, e la riprogrammazione delle cellule, che ha mandato in soffitta l’idea della clonazione umana”.
